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Jivamukti Yoga

Jivamukti Yoga è uno dei nove metodi di Hatha Yoga ufficialmente riconosciuti al mondo, fondato negli anni ’80 da Sharon Gannon e David Life, in seguito ai loro studi insieme a grandi maestri indiani. Può essere considerato un Vinyasa Yoga, quindi dinamico, che ha tuttavia radici profonde negli insegnamenti dei Guru di Sharon e David: Sri K. Pattabhi Jois, Swami Nirmalananda e Shri Brahmananda Sarasvati.


LA FILOSOFIA JIVAMUKTI

Jivamukti Yoga si prefigge di andare oltre la pratica fisica Vinyasa: è infatti un percorso di liberazione che nasce dalla compassione per tutti gli esseri viventi. Alla base della sua filosofia sta l’interpretazione del termine Sanscrito “asana” inteso come “connessione”, relazione alla Terra, intesa come matrice di ogni forma di vita. Il nome stesso, Jivamukti, è un’elaborazione dal sanscrito Jivan Mukta, ovvero “liberato in vita”.


Come insegna Patanjali negli Yoga Sutra, l’asana (termine che significa seduta, base, connessione) dovrebbe essere “sthira” (solido, consistente) e “sukham” (felice, sereno). Jivamukti Yoga estende il concetto di asana come connessione a tutti gli esseri viventi sulla terra; connessione che quindi dovrebbe essere solida e portatrice di serenità. In questo metodo, non esiste più una posizione di supremazia dell’uomo rispetto alla Terra che lo ospita, bensì un essere umano che, attraverso la pratica degli asana trova una diversa relazione con la Terra e con tutti gli esseri viventi, eliminando il senso di separazione dall’altro per ritrovare l’unicità dell’essere, e riscoprire in questa unione una felicità che ci appartiene da sempre.

I cinque principi che animano le lezioni di Jivamukti Yoga si applicano alla vita di tutti i giorni. La pratica fisica diventa quindi una metafora del nostro rapporto con la Terra e con la Vita.


I CINQUE PRINCIPI JIVAMUKTI

I cinque principi che animano la filosofia di Jivamukti Yoga sono:

  • Ahimsa, non violenza: uno stile di vita non violento, compassionevole, che si estende a tutte le nazioni animali, all’ambiente ed enfatizza l’etica di una alimentazione vegetariana/vegana e i diritti degli animali.

  • Bhakti, il riconoscere che lo scopo di ogni pratica Yoga è l’autorealizzazione o la consapevolezza del Divino che vive dentro ognuno di noi, e che si esprime attraverso il canto, i mantra, o semplicemente l’espressione di un’intenzione durante la pratica.

  • Dhyana o meditazione, un momento dedicato allo sguardo verso l’interno, per connettersi con l’immutabile, l’eterno che vive in ognuno di noi.

  • Nada o suono, inteso come ascolto consapevole, attraverso cui sviluppare un rapporto più equilibrato tra mente e corpo: durante una lezione, può essere rappresentato dalla voce dell’insegnante, da musica, o anche dal suono del respiro.

  • Shastra o studio delle scritture, degli antichi testi filosofici, e della pratica Yoga. A questo scopo il Focus del Mese, di volta in volta proposto nelle classi e sul sito Jivamukti sia dai fondatori che da selezionati maestri, serve da spunto ad insegnanti e praticanti per approfondire, anche nella pratica individuale, la conoscenza dello Yoga.

Una lezione Jivamukti è dunque un’esperienza che va oltre l’aspetto fisico della pratica, e che pur nei tempi limitati che il nostro quotidiano ci impone, ci riconnette a uno stile di vita più rispettoso del nostro ambiente e della nostra stessa natura.





tratto in parte da ilgiornaledelloyoga .it

immagine fitnessvsweightloss .com


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