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Vinyasa Yoga

La parola vinyasa, come spesso accade nel sanscrito, può avere vari significati. Può essere tradotta come “posizionare in un modo speciale” oppure come “presenza (vi) nel cambiamento (cambiamento)”.

Secondo me il secondo modo di tradurlo è molto più esplicativo del primo perché con questa parola ci si riferisce al collegamento che avviene nella pratica tra il movimento e respiro.

Quando avviene applicato il principio del vinyasa infatti ogni movimento del corpo è associato ad un atto respiratorio secondo le indicazioni dell’ìnsegnante

Grazie a questa unione tra movimento e respirazione si è totalmente presenti, non solo quando si fa una posizione, ma anche quando si passa da un asana all’altro.

In questo modo la mente non si distrae ma è costretta a stare nel momento presente anche nelle fasi di transizione della pratica ed è proprio quando si è presenti nel “qui ed ora” che si sta facendo yoga.


La storia del vinyasa

Il vinyasa è un’antica tecnica yoga che è si è diffusa grazie a Krishnamacharya, colui che per molti è considerato il padre dello yoga moderno.

Lui infatti, dopo aver passato molti anni a studiare con i saggi nelle vette sperdute dell’Himalaya, ha fondato una scuola ed ha istruito molti futuri insegnanti, 3 dei quali influenzarono incredibilmente la diffusione dello yoga in occidente:

  • Sri K. Pattabhi Jois: colui che ha diffuso l’ashtanga vinyasa yoga.

  • B. K. S. Iyengar: che ha creato uno stile che porta il suo nome l’iyengar yoga.

  • Indra Devi: che fu chiamata la “first lady dello yoga”.

Secondo lui infatti è importantissimo che ogni asana sia collegato a quello successivo attraverso una serie di movimenti e di atti respiratori.

In questo modo la pratica diventa come una melodia in cui ogni nota è collegata alla successiva.


Differenza tra hatha yoga e vinyasa yoga

Negli ultimi anni il vinyasa yoga è diventato un vero e proprio stile che si differenza dall’hatha yoga classico proprio per il vinyasa e la sua dinamicità.

Il primo infatti è solitamente uno stile di yoga sicuramente più dinamico in cui c’è molta attenzione al passaggio tra una posizione e l’altra. In questa tipologia di pratica l’elemento principale, proprio dal nome dello stile, è il vinyasa e ogni movimento del corpo è collegato ad un atto respiratorio.

Questo principio non è stato adottato solo dal vinyasa yoga, ma anche da molti altri stili che però sono chiamati con un nome diverso.

Nell’hatha yoga invece, lo stile più classico, l’attenzione al movimento è sicuramente minore ma si pone più attenzione alla posizione finale. In questa tipologia di yoga infatti gli asana vengono mantenuti per più tempo rispetto agli stili in cui c’è il vinyasa e durante le classi di hatha yoga si fanno molte meno posizioni.


I vinyasa più conosciuti

I vinyasa, cioè i movimenti che il corpo può fare, sono moltissimi e le posizioni possono essere collegate tra di loro a piacimento dell’insegnante.

Però c’è una mini sequenza che è considerato il vinyasa sicuramente più praticato nel mondo dello yoga.

Prova ad eseguirlo:

  • Espirando esegui Chaturanga Dandasanala posizione del bastone a terra.

  • Inspirando vai in Urdhva Mukha Svanasana, il cane a testa in sù.

  • Espirando solleva il bacino ed esegui Adho Mukha Svanasana, il cane a testa in giù.

Se vuoi invece semplificare questa mini sequenza puoi sostituire Chaturanga Dandasana con due posizioni più facile e sicuramente consigliate per principianti:

  • Inspirando esegui Phalankasana, la posizione della tavola.

  • Espirando porta le ginocchia, il petto ed il mento vicino terra eseguendo Ashtanga Namaskara, la posizione degli otto punti d’appoggio.

  • Inspirando vai in Urdhva Mukha Svanasana, il cane a faccia in sù.

  • Espirando solleva il bacino ed esegui Adho Mukha Svanasana, il cane a faccia in giù.

Un altra sequenza molto conosciuta in cui possiamo trovare il vinyasa è Surya Namskara, il saluto al sole. Oggigiorno ci sono molte varianti di questa sequenza ma tutte sono caratterizzate dal vinyasa. Un altra sequenza, leggermente meno conosciuta del saluto al sole ma comunque sempre molto praticata nelle classi è il saluto alla luna.


Come fare il vinyasa

Spesso durante le mie lezioni vedo studenti che quando effettuano il vinyasa lasciano che il corpo guida e che il respiro segua il movimento.

Invece dovrebbe avvenire il contrario.

In questo tipo di pratica è il respiro che dovrebbe condurre ed il corpo dovrebbe seguire. In questo modo si pone maggiore attenzione alla respirazione che diventa più profonda, più lunga e più regolare proprio come dovrebbe essere il respiro durante tutta la classe.

Per far si che questo avvenga ti consiglio di far partire il respiro leggermente prima del movimento e di lasciar che il corpo lo segua.

Non è facile, specialmente se hai da poco iniziato a fare yoga, ma se praticherai costantemente e consapevolmente con il tempo ci riuscirai.

Così come disse Pattabhi Jois “lo yoga è 99% pratica e 1% teoria”. Il vinyasa si apprende con la pratica.


Pro e contro del vinyasa

I più grande vantaggio del vinyasa è sicuramente dato dal fatto che la mente è totalmente presente anche durante il passaggio che avviene tra una posizione e un’altra cosa che, per molte persone, risulta più difficile se uno stile è più statico.

Sicuramente i movimenti che avvengono tra le posizioni non sono facili da eseguire e a volte anche molto impegnativi, ma è proprio questa difficoltà che permette al praticante di vivere appieno il momento presente e che rende questa pratica molto benefica.

Dall’altro lato però abbiamo le statistiche che non possono essere trascurate.

Secondo molti studi infatti gli infortuni che avvengono nelle classi di yoga dinamico sono sicuramente di più rispetto a quelli che avvengono quando si pratica uno stile più statico.

Questo è dovuto al fatto che comunque la dinamicità sacrifica in parte gli allineamenti e la precisione che ci sono nelle posizioni statiche e questo, soprattutto per i principianti, può essere dannoso.

Secondo me gli stili dinamici sono stupendi proprio perché permettono di mantenere la concentrazione sul momento presente, ma penso che non sono stili con i quali un praticante dovrebbe iniziare a fare yoga.

Penso che la miglior soluzione è cominciare a fare yoga praticando uno stile più statico grazie al quale si possono apprendere gli allineamenti delle posizioni in assoluta calma, senza stare continuamente a pensare alla posizione successiva.

Una volta che le basi della pratica sono ben consolidate si può curare il passaggio tra le varie posizioni ed eseguire il vinyasa in assoluta sicurezza.


tratto in parte da atuttoyoga .it



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