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ReiKi

Aggiornamento: 15 feb 2018

Essendo una filosofia di vita, Reiki si presta ad essere interpretata a seconda dell'ambiente nel quale viene inserita. Non è un caso che il Reiki della tradizione giapponese abbia delle sfumature maggiormente spirituali (la guarigione deriva dall'equilibrio con l'energia vitale) mentre quello occidentale abbia sfumature più materiali (l'attenzione è incentrata sugli effetti fisici).


Non è da sottovalutare poi la volontà dei diversi insegnanti di voler "personalizzare" la propria disciplina, unendo differenti stili, inserendo simboli, regole, significati che fanno parte della cultura e della preparazione del maestro. In questo caso non siamo più di fronte alla disciplina Reiki, ma ad una serie di tecniche che lasciano questa disciplina sullo sfondo. Questo non vuol dire che esse non "funzionino" o che diano risultati inferiori, semplicemente non si tratta della pura disciplina Reiki praticata dal Maestro Usui.


La storia del Reiki: breve viaggio da Mikao Usui ad oggi, tra miti e verità


Mikao Usui (fondatore del Reiki) nasce nel villaggio Taniai-Mura il 15 agosto 1865. Buddista, visitò l'Europa e l'America e studiò in Cina. Sperava di avere successo nella vita, ma incontrò molte difficoltà. Depresso a causa dei diversi intoppi, Usui salì sulla sacra montagna Kurama in Kyoto (l'antica capitale giapponese) e dopo avervi meditato senza cibo per ventuno giorni, sentì all'improvviso una grande energia sopra di se, fu illuminato ed ottenne il trattamento reiki.


Inizialmente i trattamenti reiki erano su se stesso e sui membri della sua famiglia, constatandone l'immediata efficacia. Usui decise che era meglio divide i benefici di questa tecnica con tutta la popolazione, piuttosto di utilizzarlo solo per arricchire la propria famiglia. Nel 1922, ad Aoyama, Tokyo, Mikao Usui fondò la “Usui Reiki Rioho Gakkai” per insegnare il Reiki. Arrivavano persone anche da molto lontano per potersi sottoporre ai trattamenti reiki di Usui. Nel settembre del 1923, ci fu un grande terremoto e Mikao Usui curò e salvò molte persone. Morì il 9 marzo 1926 a Fukuyama nelle vicinanze di Hiroshima.


Chujiro Hayashi (1879-1940) era un capitano della Marina Imperiale Giapponese. Allievo di Usui, divenne Reiki Master (insegnante reiki) nel 1925, dopo il congedo dalla marina. Aprì la sua clinica Reiki a Shinano-Cho, Tokyo, ed ebbe il grande merito di diffondere la tecnica Reiki in gran parte del Giappone, anche se leggermente modificata rispetto a quella insegnatagli adl maestro Usui. Hawayo Takata (1900-1980), una giapponese-americana nativa delle Hawaii, ginse nella clinica di Hayashidopo che le era stata diagnosticata una grave malattia.


Grazie ai trattamenti reiki di Hayashi, guarì completamente in quattro mesi. Rimase come studentessa nella clinica giapponese per circa un anno prima di tornare alle Hawaii. Hayashi andò a trovarla nelle Hawaii nel 1938 e la fece diventare reiki master. Takata adattò la tecnica reiki tradizionale giapponese alla mentalità occidentale (inventando per esempio che Mikao Usui era un professore cattolico e che il Reiki era una antica tecnica indiana). Aprì la sua scuola reiki e creò ventidue reiki master grazie ai quali il metodo di guarire con le mani si diffuse in tutto l'occidente, fino a tornare “americanizzato” nel 1984 in Giappone, diventando sempre più popolare. Ma la tecnica tradizionale di Usui non andò persa nei vari adattamenti portati dalla Takata. In giappone infatti, un'altra allieva di Hayashi, Miss. Chiyoko Yamaguchi (1921-2003), continuava ad insegnare la tecnica originale imparata dal Maestro.


L'allievo più importante della Yamaguchi è sicuramente il monaco buddista Hyakuten Inamoto, fondatore del Komyo Reiki Do ed attualmente impegnato, in varie parti dell'Australia, dell'Europa e del continente americano, a far conoscere ed a riportare alle origini i trattamenti, i simboli e le tecniche del Reiki tradizionale giapponese di Mikao Usui. Il Rev. Inamoto ha il grande pregio di aver voluto condividere con il mondo occidentale il Reiki originale della tradizione giapponese.


C'è un Reiki migliore dell'altro?


Che sia tradizionale giapponese piuttosto che occidentale o altro, Reiki funziona.

L'Energia Universale infatti è una sola, così come gli effetti che produce sono gli stessi in ogni tecnica.Possono esserci differenze di sensibilità o di capacità nel convogliare l'energia, ma se Reiki è praticato con amore, funziona sempre. C'è però un caso, come ha spiegato il Rev. Inamoto nelle sue conferenze in Italia, dove l'operatore non usa Reiki, ma attinge alla propria energia.

Questo avviene quando chi pratica reiki non si abbandona completamente all'Energia Universale, ma inserisce il proprio ego e la propria volontà. Da questo punto di vista le discipline giapponesi enfatizzano molto il concetto di abbandono.

Quando si praticava lo scambio Reiki a Kyoto con allievi del Rev. Inamoto, nessuno era concentrato sul trattamento, non c'era un ambiente silenzioso o mistico. Si parlava e si scherzava, mentre si tenevano le mani appoggiate sulla persona trattata. Questo serviva per impedire al ego di intromettersi nel fluire libero dell'Energia, ed è quello che viene consigliato alle persone che chiedono in che modo praticano Reiki i giapponesi.




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